Suite romantica vicino Matera?
Mad Suite vi propone 3 soluzioni in suite romantica con idromassaggio per vivere il territorio Lucano in pieno relax.
Le nostre casa vacanze a Bernalda si trovano in una posizione strategica tra mare e monti, infatti siamo a 10 minuti dal mare di Metaponto e a circa 30 km dalle mete più ambite della Basilicata e della Puglia: Montescaglioso, Craco, Pisticci, Matera, Tursi, Policoro, Scanzano, Novasiri, Taranto, Ginosa marina, Castellaneta marina, Gravina di Puglia, a 65 km da Monopoli, Polignano a mare, Alberobello, Locorotondo.
La cittadina di Bernalda dista a pochi km dal pollino e dalla Calabria, senza tralasciare che con 45 minuti di macchina si possono visitare le bellezze del potentino, Pietrapertosa, Castelmezzano situate nelle dolomiti lucane, dove potrete anche vivere una esperienza unica con l’attrazione più bella della basilicata, il volo dell’Angelo.
Ma adesso parliamo della bellissima cittadina lucana, la stupenda e unica Matera
Matera (Matàrə in dialetto) è capoluogo dell’omonima provincia nonché seconda città lucana per popolazione, ma prima per estensione. Confina con i comuni di Montescaglioso, Altamura, Miglionico, Laterza, Santeramo in Colle, Ginosa, Gravina in Puglia e Grottole.
Matera è una delle località più note al mondo, anche con gli appellativi Città dei Sassi o Città sotterranea, derivategli proprio dai famosi Sassi.
Nel 1663 vive la separazione dalla provincia di Terra d’Otranto, di era stata parte per secoli, assurgendo a capoluogo dell’allora provincia di Basilicata nel Regno di Napoli, fino al 1806.
Questo periodo storico testimonia una importante crescita economica, commerciale e culturale di Matera, la quale è stata anche la prima città del meridione a insorgere in armi contro il nazifascismo, guadagnando la decorazione al valor militare per la guerra di liberazione (medaglia d’argento nel 1966) e al valor civile (medaglia d’oro nel 2016).
Geografia fisica
La città è di aspetto curiosissimo, viene situata in tre valli profonde nelle quali, con artificio, e sulla pietra nativa e asciutta, seggono le chiese sopra le case e quelle pendono sotto a queste, confondendo i vivi e morti la stanza. I lumi notturni la fan parere un cielo stellato
Con delibera comunale, il 21 novembre 1954 è stata proclamata, Civitas Mariae; Papa Giovanni Paolo II la visitò il 27 aprile 1991, definendola città della Visitazione e del Magnificat.
Il 17 ottobre 2014 è stata designata capitale europea della cultura nel 2019 (insieme con la bulgara Plovdiv).
I Sassi
Nota con gli appellativi di “Città dei Sassi” e “Città Sotterranea”, è conosciuta proprio per i rioni Sassi, i qualila rendono una delle città ancora abitate più antiche al mondo.
E, anche per questo, il 9 dicembre 1993, l’assemblea di Cartagena de Indias (Colombia) li ha riconosciuti come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, divenendo il primo sito dell’Italia meridionale a rientrarvi.
Per approfondimenti sui Sassi, clicca QUI.
Dicono di lei…
La città è di aspetto curiosissimo, viene situata in tre valli profonde nelle quali, con artificio, e sulla pietra nativa e asciutta, seggono le chiese sopra le case e quelle pendono sotto a queste, confondendo i vivi e morti la stanza. I lumi notturni la fan parere un cielo stellato
(Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in Prospettiva)
La Gravina
La città sorge a ovest della regione, a 401 m slm, confinando con la zona sud-occidentale della città metropolitana (nonché capoluogo regionale pugliese) di Bari (con i comuni di Altamura, Gravina in Puglia e Santeramo in Colle) e l’estrema parte nord-occidentale della provincia di Taranto (con i comuni di Ginosa e Laterza).
Sorge sulla continuazione dell’altopiano delle Murge a oriente e la fossa Bradanica a occidente, solcata dal fiume Bradano il cui corso è sbarrato da una diga degli anni cinquanta, costruita per scopi irrigui. §Il lago artificiale che ne deriva (lago di San Giuliano) rientra in una riserva naturale regionale denominata riserva naturale di San Giuliano.
La gravina di Matera, un torrente affluente di sinistra del Bradano, scorre nella profonda fossa naturale che delimita i due antichi rioni della città: Sasso Barisano e Sasso Caveoso.
Sull’altra sponda, la Murgia, che appartiene in parte al Parco Regionale Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri, noto anche come parco della Murgia Materana.
Sassi, cisterne e sistemi di raccolta delle acque, sono la peculiarità di Matera. Si tratta di antichi aggregati di case scavate nella calcarenite, a ridosso di un profondo burrone, la “Gravina”. Nelle campagne presso Timmari vi è pure un vulcano di fango di nuova formazione.
Etimologia
Alcune ipotesi (inclusa quella di Cely Colajanni) ritengono che Matera anticamente fosse appellata dai greci Mataia ole (da Mataio olos, con significato vacuo), facendo riferimento alla Gravina, fossa attraversata da torrenti; un’altra vuole che il nome derivi da Mata (cumulo di rocce), radice utilizzata per diversi nomi geografici.
Una terza, invero fantasiosa, ritiene l’origine del nome il termine greco Meteoron (cielo stellato) poiché alcuni cronisti del passato, osservando i Sassi illuminati di notte, li hanno descritti come un riflesso del cielo stellato soprastante
E non manca chi ricollega il toponimo a Mater (madre terra), a Materia (matheria) o Materies: tutti indicanti la legna da taglio o da costruzione, in riferimento alle zone boschive in cui la città sorgeva.
In verità fu derivato a torto dal latino materia, perché si tratta alle origini di basi che designano la terra della gravina; -eria è una voce con significato di “fossato, gravina”: accad. ḫāru, ḫarru, ḫarû (scavare in profondità).
Incrocio di mātu con la base di accad. matāḫu (elevarsi).
Il Gattini ricollega il toponimo ai termini ebraici Matterah (carcere) o Me terah (acqua pura).
Altri sostengono che il nome derivi dalle iniziali di Metaponto ed Heraclea, in quanto aveva accolto profughi di entrambe le città a seguito della loro distruzione.
Ultima ma non ultima: Mateola, nome antico della città, che deriverebbe dal consolato romano di Quinto Cecilio Metello Numidico, il quale la riedificò cingendola di mura e di alte torri oppure da “terra alta”: matu, aramaico mata (terra) elû (alta).
Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia (Liber III, 105) chiamò Mateolani gli abitanti della città e li elencò tra gli Apuli, anche se la desinenza dell’aggettivo in -anus evidenzia chiaramente l’influenza osca dei Lucani, in quanto la città era situata proprio sul confine apulo-lucano nella regione anticamente chiamata Peucezia.
Stemma
La descrizione del sito dei comuni italiani così recita:
D’azzurro al bue fermo d’argento con tre spighe in bocca e sulle corna una corona gigliata, sormontata in capo dalla lettera M, il tutto d’oro. Motto: Bos Lassus Firmius Figit Pedem.
Il motto latino Bos lassus firmius figit pedem è traducibile con:
il bue stanco affonda la zampa più fermamente.
Anche un popolo pacifico può ribellarsi al giogo, se assoggettato a ripetuti soprusi. (Sottile allusione alla ribellione materana per le vessazioni e le troppe gabelle, che ha portato all’assassinio del conte Giovan Carlo Tramontano e a coniare, appunto, tale frase).
Racioppi ritiene che lo stemma di Matera sia un’arma parlante. La lettera “M” in alto sarebbe l’iniziale del nome della città, ; le spighe in bocca al bue aggiungerebbero il resto del nome: spiga in greco si dice Ather-Eros, quindi la congiunzione delle parole formerebbe Mather-Eros, e poi Matera.
La corona che il bue ha sulla testa indicherebbe che la città era libera, cioè non dipendente da alcun feudatario ma direttamente dalla corona reale.
La M per alcuni invece starebbe per municipioe ssendo stata Matera Regio Demanio, e quindi dipendente direttamente dal re. Questo spiega anche il perché della corona principesca presente sopra il capo del bue. Resterebbe la figura del bue la più ardua da decifrare.
Secondo altre interpretazioni, lo scudo porta sull’alto del campo, in argento, la lettera M in oro; e nel basso del campo è un bue che agli araldisti usa dire “passante”, con in bocca tre spighe. Alla testa del bue sormonta una corona principesca. Intorno all’orlo dello scudo corre una lista su cui è scritto il motto di “Bos lassus firmius figit pedem”.
C’è chi ritiene che il bue indichi la famiglia Del Balzo, dal francese baux, la cui fonetica somiglia molto alla parola bue.
Altri ritengono fermamente che il bue e le spighe simboleggino il possesso di terre fertili dedite alla pastorizia e all’agricoltura. Le spighe invece hanno una certa somiglianza con quelle della monetazione metapontina, il che dà maggiori certezze sul nome di Matera proveniente dai fondatori della città, i cittadini di Metaponto ed Heraclea, scampati ai Romani.
Onorificenze
Matera è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione per la quale le è stato insignito il premio della Medaglia d’argento al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni durante la seconda guerra mondiale. Tale onorificenza venne conferita il 1º settembre 1966 e consegnata tre anni dopo dal Ministro della Difesa, il quale decorò della medaglia il gonfalone della città e scoprì una lapide con la seguente iscrizione:
Matera prima città del Mezzogiorno insorta in armi contro il nazifascismo addita l’epico sacrificio del 21 settembre 1943 alle generazioni presenti e future perché ricordino e sappiano con pari dignità e fermezza difendere la libertà e la dignità della coscienza contro tutte le prevaricazioni e le offese
Medaglia d’argento al valor militare – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’argento al valor militare
Indignati dai molteplici soprusi perpetrati dal nemico, gruppi di cittadini insorsero contro l’oppressore e combatterono con accanimento, pur con poche armi e munizioni, per più ore, senza smarrimenti e noncuranti delle perdite. Sorretti da ardente amor di Patria, con coraggio ed ardimento, costrinsero l’avversario, con aiuto di elementi militari, ad abbandonare la Città prima dell’arrivo delle truppe alleate. Città di Matera, 21 settembre 1943
Medaglia d’oro al valor civile – nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d’oro al valor civile
Durante gli ultimi giorni di permanenza dei tedeschi in città, la popolazione materana, sempre più esasperata dalle distruzioni, dai saccheggi e dai soprusi compiuti dagli invasori che si preparavano alla ritirata, si rese protagonista di atti di eroismo e di martirio per contrastare la violenza perpetrata dagli occupanti, sia nel centro urbano che nelle campagne, che causò rastrellamenti e numerose vittime innocenti. Splendido esempio di identità comunitaria e alto spirito umanitario, orientati ad affermare i valori di libertà e giustizia. Settembre 1943 – Matera
Premio Giorgio La Pira dalla Città metropolitana di Firenze
Per la sua capacità di proiettarsi nella comunità internazionale, per la sua determinazione e apertura al cambiamento. Per la tenacia nel capovolgere stereotipi culturali che le ha valso la designazione a Patrimonio culturale UNESCO e a Capitale Europea della Cultura del 2019. In particolare per l’impegno congiunto di cittadini, associazioni e istituzioni a favore di iniziative e progetti inclusivi che ne fanno una delle città simbolo di un sistema culturale integrato
Monumenti e luoghi d’interesse
I Sassi di Matera
«Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza.»
(Carlo Levi)
Matera è nota anche come città dei Sassi, proprio per la peculiarità e l’unicità del suo centro storico. Scavati e costruiti a ridosso della Gravina di Matera, una profonda gola che divide il territorio in due, i Sassi di Matera, rioni che costituiscono la parte antica della città, si distendono in due vallette, che guardano ad est, leggermente sottoposte rispetto ai territori circostanti, separate tra loro dallo sperone roccioso della Civita.
Il Sasso Barisano, girato a nord-ovest sull’orlo della rupe, se si prende come riferimento la Civita, fulcro della città vecchia, è il più ricco di portali scolpiti e fregi che ne nascondono il cuore sotterraneo. Il Sasso Caveoso, che guarda invece a sud, ubicato in una lama più ampia e corta, assume vagamente la forma di una cavea teatrale.
Al centro la Civita, sperone roccioso che separa i due Sassi, sulla cui sommità si trovano la Cattedrale ed i palazzi nobiliari. Insieme formano l’antico nucleo urbano di Matera, dichiarato dall’UNESCO paesaggio culturale.
I Sassi di Matera sono un insediamento urbano derivante dalle varie forme di civilizzazione ed antropizzazione succedutesi nel tempo. Da quelle preistoriche dei villaggi trincerati del periodo neolitico, all’habitat della civiltà rupestre (IX-XI secolo), che costituisce il sostrato urbanistico dei Sassi, con i suoi vicinati, camminamenti, canalizzazioni, cisterne; dalla civitas di matrice normanno-sveva (XI-XIII secolo), con le sue fortificazioni, alle successive espansioni rinascimentali (XV-XVI secolo) e sistemazioni urbane barocche (XVII-XVIII secolo); ed infine dal degrado igienico-sociale del XIX e della prima metà del XX secolo allo sfollamento disposto con legge nazionale negli anni cinquanta, fino all’attuale recupero iniziato a partire dalla legge del 1986.
Nel 2017 la Zecca di Stato conia una moneta in argento da 10 euro, celebrativa dei Sassi di Matera in tiratura limitata.
Le cisterne e i sistemi di raccolta delle acque
La scelta di questo sito, sebbene abbia garantito un’estrema sicurezza all’abitato, ha comportato ai suoi abitanti enormi difficoltà nell’approvvigionamento delle acque. Di fatto i Sassi si trovano su di un enorme banco calcarenitico a circa 150 metri dal livello del torrente, mentre le colline d’argilla che li circondano ad ovest risultano essere troppo lontane per assicurare l’approvvigionamento idrico in caso di assedi.
Sin dal neolitico si ha contezza dell’uso che i materani abbiano fatto, a proprio vantaggio, della friabilità della roccia e delle sue pensenze proprio per realizzare un complesso sistema di canalizzazione delle acque, condotte in una diffusa rete di cisterne e “palombari”.
Da questo punto di vista, Matera si considera come uno degli esempi di bio-architettura meglio conservati e più antichi al mondo.
Secondo studi sui sistemi insediativi nati intorno all’acqua, le civiltà e le tradizioni costruttive più antiche presentano sempre diversi tratti che le accomunano, a prescindere dai chilometri che le separano o dal periodo storico in cui sono sorte.
Strutture apparentemente semplici e rudimentali si rivelano come dei prodigi di efficienza tecnica. Le umili tecniche arcaiche, dimenticate dagli stessi abitanti, acquistano fascino e valore un tempo inimmaginabile.
Architetture religiose
- Cattedrale
- Chiesa rupestre
- Chiesa di Sant’Agostino
- Chiesa di Santa Chiara
- Chiesa di San Pietro Caveoso
- Chiesa di San Francesco d’Assisi
- Chiesa di San Giovanni Battista
Architetture civili
- Palazzo dell’Annunziata
- Palazzo del Sedile
- Palazzo Lanfranchi: monumento seicentesco fatto erigere da Frate Francesco da Copertino su volere del Vescovo Vincenzo Lanfranchi tra il 1668 e il 1672. Originariamente ha ospitato il Seminario diocesano, mentre attualmente è sede del Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata nonché degli uffici della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici della Basilicata.
- Palazzo dell’Annunziata: palazzo settecentesco sito in Piazza Vittorio Veneto. dominando la piazza centrale della città. Inizialmente è stato utilizzato come convento delle Domenicane, trasformandosi in tribunale nel 1865 e poi in scuola media. Attualmente l’edificio è sede della mediateca e della biblioteca provinciale Tommaso Stigliani e del cinema comunale.
- Palazzo del Sedile: situato nella centrale Piazza omonima, è stato costruito nel 1540, ristrutturato nel 1759, è la sede della I° sezione del Conservatorio di Musica “Egidio Romualdo Duni” e dell’Auditorium Gervasio. La facciata presenta due torri campanarie ed è ornata da sei statue.
- Palazzo del Governatore: si affaccia sulla stessa piazza e risale al XVII secolo. È stato la prima sede della Regia Udienza di Basilicata, invece i sotterranei carcere della città. Nulla a che fare con l’attuale destinazione, essendo diventato un albergo.
- Palazzo Bernardini che domina il sasso Caveoso.
- Palazzo Gattini, situato in piazza Duomo.
- Palazzo Malvinni-Malvezzi, anch’esso in piazza Duomo, è appartenuto alla famiglia dei Duchi di Santa Candida. Il piano nobile accoglie quattordici tele di pregevole fattura e arredi in stile Luigi XVI.
- Palazzo Bronzini, risalente al XVIII secolo, situato all’angolo tra piazza del Sedile e Via Duomo.
- Palazzo Ridola, in Via Duomo.
- Palazzo di Castro Vetere, l’antico palazzo, nonostante i diversi passaggi di proprietà avvenuti nel corso degli anni (se ne contano all’incirca 25) conserva ancora tutta la sua antica struttura di vico campanile dove è situato assieme alla vecchia chiesa di San Nicola in Castiglione. Importante è notare lo stemma vicino alle scale probabilmente appartenente alla famiglia Palmieri che ha tenuto il vescovado di Matera dal 1483 al 1530[35].
- Palazzo Venusio, palazzo nobiliare di Matera, edificato in via S. Potito nel XVI secolo.
- Ipogei di piazza Vittorio Veneto, situati sotto la piazza principale della città e tornati alla luce da pochi anni, contengono oltre a numerosi ambienti ipogei anche un’antica cisterna, detta il Palombaro lungo, e una torre facente parte delle mura che anticamente dovevano essere a ridosso del Castello Tramontano.
- Fontana ferdinandea, restaurata dal re Ferdinando II di Borbone nel 1832, era originariamente posta ai piedi della collina del castello e raccoglieva le acque provenienti da quella collina. Dopo la seconda guerra mondiale, esaurita la sua funzione di approvvigionamento, fu trasferita all’interno della villa comunale. Nel mese di aprile 2009, dopo lavori di restauro, è stata riposta nel suo luogo originario in piazza Vittorio Veneto.
- Villa Longo, dimora del XIX secolo della nobile famiglia materana di antiche origini napoletane.
Architetture militari
Il Castello Tramontano
Castello Tramontano, in stile aragonese, con un maschio centrale e due torri laterali rotonde, rimase incompiuto per l’uccisione del conte Giovan Carlo Tramontano da parte della popolazione nel 1514.
Torre Metellana, ubicata nel Sasso Barisano, facente parte della cinta muraria a difesa della “Civita”.
Siti archeologici
Un’area archeologica è quella situata sul colle di Timmari, dove sono stati ritrovati numerosi reperti sia di epoca preistorica sia di tipo apulo risalenti al IV secolo a.C. (tra cui una tomba ricchissima di arredi funerari), molti dei quali sono custoditi nel museo archeologico “Domenico Ridola”.
Diversi resti di villaggi trincerati del Neolitico e necropoli dell’Età del bronzo sono presenti su tutto il territorio della Murgia materana[36].
Aree naturali
Parco della Murgia Materana
Parco della Murgia Materana, parco regionale istituito nel 1990, comprende il territorio della Gravina di Matera, le chiese rupestri disseminate lungo i pendii delle gravine e l’altopiano della Murgia materana. Importanti le numerose masserie, molte delle quali fortificate. Simbolo del parco è il falco grillaio, piccolo rapace presente nel territorio di Matera con numerosissimi esemplari.
Riserva regionale San Giuliano, area protetta istituita nel 2000, comprende il lago di San Giuliano, invaso artificiale creato dallo sbarramento del fiume Bradano, ed i tratti fluviali a monte ed a valle del fiume. Molto rilevante è la presenza dell’avifauna.
Colle di Timmari, polmone verde situato a circa 15 km dalla città, domina la valle del Bradano ed il lago di San Giuliano. È un’amena località residenziale, e sulla cima del colle si trova il piccolo Santuario di San Salvatore, risalente al 1310, ed un’importante area archeologica.
Parchi urbani
- Parco del Castello – via Castello
- Parco Giovanni Paolo II – via Lucana angolo via Gramsci
- Villa dell’Unità d’Italia – via XX Settembre angolo via Tommaso Stigliani
- Parco Centrale
- Parco Giovanni Falcone – via IV Novembre
- Parco bosco Serra Venerdì
- Parco dei Quattro Evangelisti – zona PAIP
- Parco del rione Lanera
Il dialetto: u matarràsë
Questo appartiene al gruppo dei dialetti meridionali medi con grandi affinità con il gruppo dei dialetti pugliesi, specie rispetto al barese ed in misura minore al tarantino. Conserva tuttavia delle peculiarità, come la quasi totale assenza di suoni vocalici in alcuni vocaboli ed effetti di inversione vocalica rispetto all’italiano.
Tipici proverbi:
«Ci sckëjtë ‘ngjlë ‘mboccë së chegghjë» («Chi sputa in cielo si coglie in faccia»)
«Ci s’ avondë silë silë na mmelë monghë në fasilë» («Chi si vanta solo solo non vale nemmeno un fagiolo»)
«Attocchë ‘u ciuddë addò vaelë ‘u patrëinë» («Attacca l’asino dove vuole il padrone»
Esclamazioni tipiche:
«Mo mèrië!» – letteralmente «Ora muoio!», esclamazione di fatica o dolore, richiesta di aiuto.
«Egghia!» – abbreviativo di mannegghia, nella forma abbreviata è un’esclamazione di stupore. Da ricordare che “mannegghia” altro non è che la forma dialettizzata dell’espressione “mannaggia” a sua volta derivante da “mal n’aggia”, cioè di “mal ne aggia” proveniente da “mal ne abbia”.
«Gistëjzzë!» – letteralmente «Giustizia!», accidenti! Abbreviativo di «Gistjëzzë të vò bbënìë!», imprecazione che significa «Che ti venga un accidente!».
«Mogghià’Ddëjë!» – letteralmente «Non voglia Dio!», non sia mai!
Religione
Matera è sede vescovile sin dal X secolo.
Per anni fu addirittura arcidiocesi, sotto l’influsso bizantino, quando nel 1203 fu unita a quella di Acerenza con bolla pontificia. L’arcidiocesi conta 52 parrocchie in 13 comuni.
Addirittura due i Papi che hanno fatto visita a Matera: Urbano II e San Giovanni Paolo II; un terzo, in realtà ne era suo arcivescovo metropolita: Urbano VI. Questi, sulla scorta della festa in onore di Maria SS. della Bruna celebrata in città da tempoimmemore, istituì la festa della Visitazione per il 2 luglio.
Festa celebrata ancora oggi non solo a Matera, ma pure a Siena e a Enna in quella data, sebbene la festa ufficiale sia stata spostata il 31 maggio.
Protettori della città
- La Madonna della Bruna
- Sant’Eustachio: secondo leggenda, durante un assedio subito dalla città a opera dei Saraceni intorno all’anno 1000, il santo salvò la città facendo apparire ai nemici centinaia di cavalieri guidati da sé guidati, mettendoli in fuga.
La città ha dato i natali a due santi: San Giovanni da Matera e Sant’Ilario, e a una beata; la beata Eugenia da Matera.
Nell’agro materano tra i vari, sono ancora attivi due santuari; il Santuario di S. Maria di Picciano e il Santuario di S. Maria della Palomba.
Lo storico G. Gattini narra di un’incisione precedente il rifacimento tardo barocco, sulla facciata gotica della chiesa di San Francesco d’Assisi in Matera, la quale indicava che la stessa fosse stata voluta dal Santo in persona (poiché lo storico è vissuto nel XIX secolo, mancano in realtà fonti autorevoli del tempo). Secondo la ricostruzione, S. Francesco si fermò a Matera durante il viaggio verso oriente, il quale chiese fuori le mura un sito per costruire una sua chiesa. A fronte del diniego, corredato da una contropropota, Francesco però si rifiutò.
Oltre al cristianesimo, vi sono delleminoranze religiose costituite principalmente da ortodossi e musulmani.
Tradizioni e folclore
Il Carro trionfale della Madonna della Bruna
L’omonima festa patronale si celebra il 2 luglio dal lontano 1389, la cui tradizione prevede la distruzione di un carro trionfale di cartapesta, ricostruito annualmente.
Il Presepe vivente nei Sassi di Matera
Vi ha dato vita, negli anni ’70, il Gruppo Teatro Matera, per poi essere interrotta. L’interruzione è durata fino al dicembre 2010, anno in cui è stato promosso dall’Unione Nazionale delle Pro loco d’Italia e dalla Regione Basilicata.
Il Presepe materano è considerato il più grande la mondo, dato l’afflusso di diverse centinaia di figuranti su un percorso di 700 metri, è considerato il più grande presepe vivente al mondo. Sempre nei Sassi ha luogo una Via Crucis[43].
La Crapiata
Si festeggia il primo di agosto: la crapiata è una zuppa di legumi e cereali, con cui si celebra il raccolto dell’annata; un tempo svolta nei Sassi, oggi si festeggia nel borgo La Martella.
Per i festeggiamenti carnascialeschi sono di tradizione le matinate[46], canti popolari di questua in cui si portava musica e allegria in casa di parenti e conoscenti.
La pizzica
È la danza tipica di Matera, eredità del passato pugliese della città e rappresentante ancora oggi del forte legame tra Matera e la Puglia. Questa danza è ancora oggi molto amata, difatti sono diversi i gruppi folkloristici locali che la ripropongono ancora oggi.
Cultura
Matera, con i suoi luoghi di interesse, le sue tradizioni popolari e diverse manifestazioni che si svolgono nel corso dell’anno, dispone di un’offerta culturale piuttosto ampia e variegata. La città aderisce inoltre all’Associazione città d’arte e cultura[47] ed è stata la prima città al mondo ad essere riconosciuta paesaggio culturale.
Capitale Europea della Cultura 2019
Candidata nel 2008, Matera è stata designata il 17 ottobre 2014 Capitale europea della cultura per il 2019[48], insieme alla città bulgara di Plovdiv. È la quarta città italiana (dopo Bologna, Firenze e Genova), la prima del Mezzogiorno, a ricevere questo riconoscimento, ottenuto dopo essere entrata in una shortlist che comprendeva le candidature di altre 5 città italiane: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena.
Il verdetto è stato comunicato da Steve Green, presidente della Giuria internazionale di selezione composta da 13 membri (sei italiani e sette stranieri), al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) Dario Franceschini;
lo slogan scelto da Matera per la sua candidatura è stato
Open future
Istruzione
Matera accoglie numerosi studenti dai comuni limitrofi. Di rilievo è il principale e storico istituto “Istituto d’Istruzione Superiore E.Duni-C.Levi”, inaugurato nel 1864 e chiamato poi Regio Liceo ginnasio Emanuele Duni di Matera dal 1882. Proprio nel biennio 1882-1883 si annovera tra gli illustri professori anche Giovanni Pascoli, con una cattedra di latino e greco.
Università degli Studi della Basilicata
In città si trova una delle due sedi dell’Università degli Studi della Basilicata con il dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo (DICEM).
Istituto superiore per la conservazione ed il restauro
A Matera risiede la seconda delle due sedi dell’ISCR presso il convento di Santa Lucia la nova, dedicata a Michele d’Elia direttore dal 1987 al 1991, operativa dall’anno accademico 2015/2016 ed inaugurata dal Ministro per le attività i beni culturali ed il turismo Dario Franceschini nel 2017, è l’unico istituto per la conservazione ed il restauro al sud Italia.
Ricerca
A Matera opera sin dal 1983, per volontà congiunta del CNR, della Regione Basilicata e della NASA il Centro di geodesia spaziale Giuseppe Colombo dell’ASI, che si occupa di osservazione della Terra per mezzo di tecnologie spaziali avanzate.
Attualmente dimostra tutta la sua evoluzione: una struttura di oltre 5000 m² con cento dipendenti e un budget annuo di circa 10 milioni di euro. Ormai è divenuta una delle principali strutture di ricerca e trasferimento tecnologico nel Mezzogiorno.
Dedicato principalmente alla geodesia spaziale e al telerilevamento, il CGS (Centro di geodesia spaziale) sta ultimamente rivolgendosi anche ad altri campi, primi fra tutti la robotica spaziale e le missioni interplanetarie; tutte le attività sono svolte in un contesto di collaborazione internazionale.
Telespazio è, fin dal 1983, responsabile della gestione operativa. Recentemente è stato raggiunto un accordo tra l’Agenzia Spaziale Italiana e la Regione Basilicata per il potenziamento delle attività del centro, con la costituzione di una cittadella dello spazio.
Musei
Museo archeologico nazionale Domenico Ridola
Raccoglie materiale proveniente prevalentemente dal territorio materano e riveste particolare interesse per lo studio della preistoria nell’Italia meridionale e per la conoscenza delle culture e delle popolazioni indigene (Enotrie e Lucane) venute in contatto con le colonie greche della costa ionica.
Vi si trovano:
- la sezione preistorica (anche la più tipica del museo)
- la sala della valle del Bradano
- la sala della valle del Basento
- la sala Matera e dintorni
- la sala Ridola (conservante i documenti testimonianti l’attività di Domenico Ridola, medico e archeologo materano e fondatore del museo).
Palazzo Lanfranchi
Sede del Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata.
Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna
Ospitato nei locali del seicentesco Palazzo Lanfranchi. È suddiviso in quattro sezioni:
- arte sacra
- collezionismo
- arte contemporanea
- sezione etnoantropologica
e vi sono esposti dipinti di alcuni importanti artisti come
- Luca Giordano
- Carlo Levi
- Abraham Brueghel
- Giovan Battista Ruoppolo
- Mattia Preti
gli ultimi tre appartenenti alla collezione di Camillo D’Errico.
MUSMA Museo della scultura contemporanea di Matera
Accolto da Palazzo Pomarici: vasto edificio risalente del XVII secolo situato nei Sassi, dedicato alle opere che raccontano la storia della scultura dalla fine del XIX secolo a oggi.
Museo-laboratorio della civiltà contadina
Che raccoglie oggetti e attrezzi degli antichi mestieri dei Sassi.
Museo Diocesano
Recente, inaugurato solo nel 2011, ha sede negli ambienti dell’ex Seminario; si sviluppa in tre sale in cui sono esposte opere datate tra l’XI e il XIX secolo, tra cui
- una croce pettorale bizantina risalente alla metà dell’XI secolo
- il reliquiario a braccio di Sant’Eustachio
- il reliquiario di San Giovanni da Matera
gliultimi due risalenti al XV secolo.
Museo storico “Generale Ignazio Pisciotta”
Questo narra delle due guerre; dei vari periodi bellici coloniali italiani, come pure del Risorgimento e della Resistenza nella città di Matera, dato il coinvolgimento cittadino ion questi eventi.
Museo della raccolta delle acque
Ha sede nelle chiese sconsacrate di San Giovanni da Matera e del Purgatorio Vecchio con il sottostante Palombaro, riserva di acqua pubblica del Sasso Caveoso.
Casagrotta di Vico Solitario
Antica abitazione scavata nella roccia tipicamente arredata situata nel Sasso Caveoso.
La casa di Ortega
Sita in un fortilizio longobardo nel Sasso Barisano, ospita venti bassorilievi policromi realizzati dal pittore spagnolo José Ortega negli anni settanta durante il suo soggiorno nella città dei Sassi, oltre a ceramiche e produzioni artigianali locali.
Parco scultura la Palomba
Si trova nella località La Palomba in una cava di tufo a cielo aperto dismessa, all’interno del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano; è stato creato dallo scultore Antonio Paradiso.
Media
Alla fine degli anni settanta nasce l’emittente radio-televisiva TRM, che ha ideato diversi appuntamenti di costume che hanno rivitalizzato la città. Tra gli anni ottanta e gli anni novanta va citata l’emittente Tele Basilicata Matera – TBM – poi trasferitasi a Taranto.
Sul versante dell’emittenza radiofonica è presente a Matera Radio Radiosa che trasmette in città sulla frequenza di 98.500 MHz e che, oltre a mandare in onda musica si interessa di notiziari locali e nazionali.
Cinema
A oggi, tra film e fiction, le pellicole registrate in tutto o in parte nel comune materano sono
- 1949: Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato, documentario diretto da Carlo Lizzani.
- 1950: Le due sorelle, diretto da Mario Volpe.
- 1953: La lupa, diretto da Alberto Lattuada.
- 1961: Italia ’61, documentario diretto da Jan Lenica.
- 1962: Gli anni ruggenti, diretto da Luigi Zampa con Nino Manfredi, Gino Cervi, Gastone Moschin, Salvo Randone
- 1963: Il demonio, diretto da Brunello Rondi.
- 1964: Il Vangelo secondo Matteo, diretto da Pier Paolo Pasolini.
- 1965: Made in Italy, film ad episodi, diretto da Nanni Loy.
- 1967: C’era una volta…, diretto da Francesco Rosi, con Omar Sharif e Sophia Loren.
- 1972: Il decamerone nero, diretto da Piero Vivarelli.
- 1974: Allonsanfàn, diretto da Paolo e Vittorio Taviani, con Marcello Mastroianni e Lea Massari.
- 1974: Il tempo dell’inizio, diretto da Luigi Di Gianni.
- 1975: L’albero di Guernica, diretto da Fernando Arrabal, con Mariangela Melato.
- 1975: Qui comincia l’avventura, diretto da Carlo Di Palma, con Monica Vitti, Claudia Cardinale.
- 1978: Volontari per destinazione ignota, diretto da Alberto Negrin, con Michele Placido.
- 1979: Cristo si è fermato a Eboli, diretto da Francesco Rosi, con Gian Maria Volonté.
- 1981: Tre fratelli, diretto da Francesco Rosi.
- 1985: King David, con Richard Gere.
- 1990: Il sole anche di notte, diretto da Paolo e Vittorio Taviani.
- 1995: L’uomo delle stelle, diretto da Giuseppe Tornatore.
- 1998: Del perduto amore, diretto e interpretato da Michele Placido.
- 1999: Terra bruciata, diretto da Fabio Segatori, con Giancarlo Giannini e Raul Bova.
- 2004: La Passione di Cristo, diretto da Mel Gibson, con Jim Caviezel e Monica Bellucci.
- 2005: Mary, diretto da Abel Ferrara, con Juliette Binoche e Forest Whitaker.
- 2006: Il rabdomante, regia di Fabrizio Cattani, con Andrea Osvárt, Riccardo Zinna, Lucianna De Falco, Massimo Sarchielli, Pascal Zullino, Nando Irene.
- 2006: Omen – Il presagio, diretto da John Moore.
- 2006: Il lato grottesco della vita, diretto da Federica Di Giacomo, premio Cipputi al Torino Film Festival.
- 2006: Nativity, diretto da Catherine Hardwicke.
- 2006: Artemisia Sanchez, fiction diretta da Ambrogio Lo Giudice con Fabio Fulco e Lucio Dalla.
- 2008: Paolo VI – Il Papa nella tempesta, regia di Fabrizio Costa con Fabrizio Gifuni.
- 2010: Crimini (seconda stagione) – Episodio “Bestie”, diretto da Andrea Manni con Pietro Taricone, Christiane Filangieri, Tomas Arana.
- 2011: Passannante, regia di Sergio Colabona con Fabio Troiano, Ulderico Pesce, Andrea Satta, Alberto Gimignani e Luca Lionello.
- 2012: Il ragioniere della mafia, regia di Federico Rizzo con Lorenzo Flaherty, Tony Sperandeo, Ernesto Mahieux e Nando Irene.
- 2015: Noi e la Giulia, regia di Edoardo Leo con Luca Argentero, Stefano Fresi, Claudio Amendola.
- 2015: Let’s get married, regia di Liu Jiang con Gao Yuanyuan e Jiang Wu.
- 2016: Ben-Hur, regia di Timur Bekmambetov con Jack Huston e Morgan Freeman
- 2016: The Young Messiah, regia di Cyrus Nowrasteh con Sean Bean e David Bradley
- 2016: Veloce come il vento, regia di Matteo Rovere con Stefano Accorsi e Matilda De Angelis
- 2017: Sorelle, regia di Cinzia TH Torrini con Anna Valle e Loretta Goggi
- 2017: Wonder Woman, regia di Patty Jenkins con Gal Gadot e Chris Pine
- 2018: Maria Maddalena, regia di Garth Davis con Rooney Mara e Joaquin Phoenix
- 2018: Moschettieri del re – La penultima missione, regia di Giovanni Veronesi con Pierfrancesco Favino e Rocco Papaleo
- 2019: Imma Tataranni – Sostituto procuratore, regia di Francesco Amato con Vanessa Scalera e Massimiliano Gallo
Matera appare nei videoclip dei brani:
- 2014: Sun Goes Down, di Robin Schulz[61]
- 2016: Spit Out the Bone, dei Metallica[62]
- 2017: La felicità, di Fabrizio Moro[63]
Le puntate 3, 4 e 5 dell’anime D.Gray-man, dal titolo Il fantasma di Matera. Aria del vecchio della terra e della notte del cielo e Fammi sentire una ninna-nanna sono ambientate nella Matera dell’Ottocento.
Teatro
- Cineteatro Duni
- Compagnie teatrali
In città operano diverse compagnie teatrali e scuole di teatro, come il “Radici Teatro”, il Teatro dei Sassi, l’Hermes Teatro Laboratorio, il centro di cultura teatrale Skené, il Gruppo Teatro Matera,Talìa Teatro, nonché compagnie di teatro dialettale quali Il Sipario, il Teatro del Carro Parlante, la Compagnia del Teatro Povero e il Teatro fatto in casa.[Chiarire la rilevanza. Le fonti?]
Musica
Polifonica materana “Pierluigi da Palestrina”: sorta nel 1944 e tuttora in attività. Organizza annualmente la rassegna polifonica Petra Matrix ambientata nelle chiese storiche e rupestri del centro storico e dei Sassi.
Gruppi musicali: a Matera vi sono diversi gruppi musicali di vario genere, tra i quali il gruppo rock Le Mani, i cui componenti sono originari della città dei Sassi.
Conservatorio Egidio Romualdo Duni (Istituzione di alta cultura)[66].
L.A.M.S. – Laboratorio Arte Musica e Spettacolo, Onlus, svolge la sua attività dal 1989 in tre ambiti: 1-Attività concertistica con l’Orchestra da Camera di Matera e la Polifonica Rosa Ponselle; 2- Accademia Musicale Rosa Ponselle che organizza corsi musicali ordinari, pre-accademici e di perfezionamento; Promozione dei giovani talenti con l’organizzazione del Concorso di Esecuzione Musicale Città di Matera e il Concorso Internazionale di Composizione Musicale.
Anni cinquanta
I primi quartieri della nuova città avevano come principali caratteristiche ampi spazi verdi comuni ed edifici di pochi piani, per cercare di riprodurre il più possibile i modelli di vita sociale dei Sassi; in quegli anni, grazie anche all’intervento di Adriano Olivetti – allora Presidente dell’Istituto di Urbanistica e Vicepresidente dell’UNRRA Casas (ente preposto all’assistenza economica e civile delle popolazioni delle Nazioni Unite danneggiate dalla guerra) – i più grandi nomi dell’architettura italiana si concentrarono sulla città di Matera, trasformandola in un vero e proprio laboratorio a cielo aperto.
Nacquero il borgo rurale di La Martella, opera di grande rilevanza architettonica della corrente Neorealista del Razionalismo italiano, inaugurato il 17 maggio 1953 da Alcide De Gasperi, progettato dall’architetto Ludovico Quaroni; Serra Venerdì, primo complesso urbano inaugurato nel 1956, sorto dopo la legge speciale e progettato dall’architetto Luigi Piccinato, autore tra l’altro del primo Piano Regolatore della città; il rione Lanera (1957), in posizione elevata su una delle colline più alte della città, progettato dall’ing. Marcello Fabbri e dall’architetto Coppa; il rione Spine Bianche (1957), interamente in cotto, con la parrocchia ed i servizi al centro del quartiere, progettato dall’architetto Carlo Aymonino; più in là il rione Villalongo, sorto per iniziativa dell’INA-Casa, il rione Agna, nato inizialmente come borgo rurale poi congiuntosi al resto della città, con case ad un piano circondate da terreni coltivabili, progettato dal Genio civile, il rione Platani, San Giacomo, Serra Rifusa, Rione Pini e quelli più recenti.
Anni novanta
Alla precedente linea evolutiva regolare dell’urbanistica della città, a partire dagli anni novanta è seguita invece una dinamica più disordinata dando vita a nuove zone edificate caratterizzate da edifici sproporzionati in altezza. A questa situazione si è aggiunta: una riduzione degli spazi verdi, una riduzione della dimensione delle carreggiate stradali, una frequente assenza di completamento delle opere di urbanizzazione.
Così, mentre la città continuava ad espandersi ai due estremi opposti con le nuove zone di Matera 2000, Aquarium ed Agna Le Piane, nascevano anche i due principali esempi di tale urbanizzazione proiettata verso l’alto, il Centro direzionale, alle spalle del palazzo comunale, e la Zona 33 di Via La Martella. Al centro di quest’ultima vi è il cosiddetto grattacielo di Via La Martella, un palazzo di 14 piani (più due parzialmente sotterranei). Il palazzo si trova a 340 m slm ed è un simbolo della fagocitazione della città nuova a discapito degli agri rurali che giungevano fin dentro la città stessa.
Economia
Agricoltura e prodotti tipici
Da sempre centro agricolo, Matera è famosa per la coltivazione dei cereali, in particolare il grano duro, e la produzione della pasta, del pane (il pane di Matera IGP), dell’olio e del vino (i vini Matera DOC). La città fa parte dell’Associazione nazionale città del pane[76], a testimonianza dell’antichissima tradizione nella lavorazione del pane, uno degli alimenti principali del territorio materano, e dal 2012 fa parte anche dell’Associazione nazionale città dell’olio. La cucina tipica materana è strettamente collegata alla tradizione agricola e pastorale del suo territorio, e comprende oltre ai prodotti suindicati, anche piatti a base di legumi (come la tradizionale zuppa chiamata crapiata), formaggi, salumi e carni (con i tipici agnello a cutturidd e la pecora alla pignata). Le migliori ricette della cucina materana comprendono le orecchiette alla Materana, le tagliatelle con la mollica di pane, la cotechinata, la frittura di maiale, la pulljata, il pane cotto con le rape, le fave bianche e cicorie, la panaredda (tipico dolce pasquale), le cartellate e le pettole, legate alle festività natalizie[77].
Industria
Al tradizionale settore primario, si è affiancato negli ultimi decenni anche quello industriale, che ha visto Matera costituire insieme alle città pugliesi di Altamura e Santeramo in Colle un polo industriale nel quale si è sviluppata sia l’industria ferroviaria con la Ferrosud che il cosiddetto polo del salotto.
Questa definizione si deve a una forte crescita industriale avvenuta durante gli anni ottanta – novanta che ha permesso lo sviluppo di molte aziende di produzione di arredi da soggiorno, prevalentemente divani. Tra le più famose aziende del settore spiccano i nomi di Natuzzi (Divani & Divani), Nicoletti e Calia.
Il trend positivo della produzione degli ultimi anni novanta, è rallentato considerevolmente con la crescita dei mercati asiatici, oggi principali concorrenti e luoghi in cui gli stessi imprenditori materani del salotto stanno spostando le loro attività attraverso un’operazione di delocalizzazione.
Il trend negativo dell’economia materana è aumentato con la chiusura definitiva del pastificio Barilla nel 2006. Questo processo è stato accelerato soprattutto dalla mancanza di arterie autostradali e dall’assenza della ferrovia di stato, ostacolando così le attività produttive e di distribuzione non solo della Barilla, ma delle altre piccole medie imprese del materano e del circondario.
Artigianato tipico
Grande importanza nella tradizione materana ha la produzione di oggetti di artigianato tipico, con particolare diffusione della lavorazione della cartapesta (che ha il suo massimo emblema nella costruzione del carro trionfale della Madonna della Bruna ad opera di artigiani locali), della terracotta (con il tipico fischietto a forma di gallo detto cucù, simbolo di prosperità), della calcarenite e del ferro battuto[78].
Turismo
Il settore turistico è in forte sviluppo, grazie alle numerose attrattive e peculiarità della città, all’inserimento dei Sassi di Matera nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, e all’elezione a Capitale europea della cultura 2019. Questo trionfo negli ultimi anni ha permesso di registrare un aumento nelle presenze di turisti sia italiani che stranieri, che ha dato rilievo a tutta la regione. Un altro fattore importante è sicuramente legato alle località della provincia, le cui spiagge situate sul Mar Jonio distano dalla città di Matera non più di 40 km.
Viabilità
Matera è interessata dalla SS99 che la collega ad Altamura,[79] e che consente di raggiungere Bari[80] proseguendo per la SS96.[81] Il comune per un lungo tratto è attraversato dalla SS7.
La SS655 Bradanica, collega Matera a Foggia e quindi all’autostrada A14, A16 dal casello di Candela. Infine la strada provinciale 175 collega la città a Metaponto e alla Statale Jonica 106, via SS380 (Matera-Montescaglioso).
Prenota la suite con idromassaggio vicino Matera e organizza il tuo viaggio in Basilicata!