Il Sinni (Siris, Σίρις in greco) è il quarto fiume lucano per distanza percorsa e per ampiezza del bacino, nonché il secondo per ricchezza d’acque, dopo l’Agri e si dipana ampiamente lungo il parco nazionale del Pollino.
Trattasi di un fiume estremamente torrentizio che risente, con piene a volte preoccupanti, delle piogge incessanti.
Viceversa, durante i periodi di secca, soffre di magre sebbene ne rimanga intatta la portata grazie a numerose sorgenti del suo alto bacino.
Il Sinni si origina a ben 1.380 metri d’altezza dalla cima del Serra della Giumenta, a ovest del Sirino.
Proprio da occidente a oriente spacca il sud della regione, accogliendo diversi affluenti:
- Cogliandrino
- Peschiera-Frido
- Rubbio
- Serrapotamo
Proprio il Serrapotamo ha un corso chiuso da una diga in terra battuta (la più grande d’Europa), messa in opera tra il 1970 e il 1982.
Lo sbarramento ha portato alla creazione del lago artificiale di Monte Cotugno, tra i maggiori della nazione con la sua capacità di 530 milioni di metri cubi, servendo in larga parte le riserve idriche di Lucania e Puglia.
Una volta a valle, il Sinni confluirà poi nel comune di Valsinni con il Sarmento, il suo principale affluente. In questo punto l’alveo aumenta la propria portata, arrivando addirittura a un chilometro di larghezza.
Nei pressi di Policoro accede alla Piana di Metaponto e da qui sfocia nel Mar Jonio.
Tra le specie ittiche che popolano il Sinni,
- cavedano
- barbo comune
- trota fario
- cagnetta
- persico reale
- cobite
- alborella appenninica, che necessita di particolare tutela
- persico trota
- carpe
- tinche
- carassi
- anguille
- pesci gatto