Bernalda: la città aragonese

Bernalda (un tempo chiamata Camarda, Vernàlle o Bernàlle in dialetto) si trova in Basilicata, in provincia di Matera ed è il quarto comune per densità.

La città fu eretta su un altopiano nella parte meridionale di Matera, nella valle del Basento, ma a ridosso della provincia di Taranto.
E sono proprio le acque a delimitare maggiormente i confini cittadini: a est il Bradano, che la separa da Ginosa mentre a ovest il Basento, che la separa da Pisticci.
Il mar Jonio la lambisce a sud, regalandole sei km di magnifiche coste visibili dal centro storico, posizionato a oltre 100 metri sul livello del mare. Il nord, invece, è delimitato dal comune di Montescaglioso.

Bernalda non è una città molto antica rispetto alle città del metapontino. La stessa Metaponto (attualmente frazione della città) fu saccheggiata e distrutta dai romani alla fine del III sec. a.C. portando a un esodo dei suoi cittadini verso la collina che sorge tra la chiesetta di San Donato e la Madonna degli Angeli, costituendo un primo agglomerato di case denominato Camarda.

Il nome Bernalda deriva da quello del suo fondatore, il barone Bernardino de Bernaudo, segretario del re Alfonso II d’Aragona, il quale nel 1497 spostò il villaggio di Camarda nella zona del castello. Questa operazione fu molto accorta, tant’è ch’egli ne seguì il decorso con perizia, affinché il nuovo centro abitato venisse situato sul promontorio sporgente sulla valle del fiume Basento. Al borgo venne dato un impianto vario: sette strade furono intersecate da otto stradine traverse, oggi nucleo del centro storico.

I palazzi signorili sorgono proprio lungo le vie maestre.

Il castello e la chiesa Madre sono sempre ascrivibili al periodo aragonese.

Onorificenze

  • Titolo di Città – nastrino per uniforme ordinaria
  • Titolo di Città: «Concessione di Carlo III di Napoli e Sicilia»

Architetture civili

Palazzi

  • Palazzo Fischetti (con ingresso in via Manzoni e prospiciente l’omonima chiesa)
  • Palazzo Margherita
  • Palazzo Lacava
  • Palazzo Guida
  • Palazzo Appio
  • Palazzo Ammicc

Piazze

  • Piazza San Bernardino
  • Piazza Garibaldi
  • Piazza Plebiscito
  • Piazza del Popolo
  • Piazza D’Acquisto
  • Piazza De Gasperi

Monumenti

  • Ai caduti durante le guerre, in piazza Plebiscito
  • Statua in onore di Padre Pio, in piazza Plebiscito
  • Statua in onore di san Bernardino da Siena, in piazza San Bernardino da Siena
  • Statua in onore di don Domenico (detto Mimì) D’Elia, in largo San Donato
  • Scultura in onore di San Francesco d’Assisi, ricavata da un tronco d’ulivo ultrasecolare in zona PIP nei pressi della Strada statale 407 Basentana

Architetture religiose

  • Chiesa Madre edificata nel 1530 da Bernardino de Bernaudo. Il nucleo originario della chiesa Madre risulta piccolo e proporzionato alla popolazione iniziale del villaggio. La Matrice nasce, infatti, come chiesa ad una sola navata, di ridotte dimensioni. Nel corso del XVII sec. la chiesa subì un primo e sostanziale ampliamento che si concretizzò nell’aggiunta di una seconda navata. Nella chiesa Madre vi erano: un cimitero riservato ai sacerdoti, che si trovava al disotto del coro, e un altro, corrispondente al Battistero, riservato ai bambini che morivano entro il settimo anno di età e regolarmente battezzati. Prima dell’attuale restauro, la chiesa fu ritoccata nel 1930, 1952 e alla fine degli anni settanta.
  • Chiesa del Carmine, molto antica ed è andata soggetta ad almeno due o tre rifacimenti ed ampliamenti, prima di raggiungere le attuali dimensioni. Nel 1678 la chiesa è dotata di un solo altare con l’immagine della Madonna del Carmelo dipinta sul muro. Nella seconda metà dell’Ottocento fu ampliata per ospitarvi delle statue e un grande Crocifisso ligneo del XVII secolo.
  • Chiesa del Carmine, Bernalda
  • Chiesa del Convento, il Convento di sant’Antonio da Padova, con l’annessa chiesa, fu fondato nel 1616. Al momento dell’intitolazione della chiesa di formarono due fazioni tra i fedeli: una voleva che fosse dedicata all’Immacolata, l’altra a sant’Antonio di Padova. Per non scontentare nessuno ci si affidò alla sorte, che scelse san’Antonio. Il prospetto attuale della chiesa fu costruito nell’Ottocento. Dopo l’unità d’Italia, si dispose la conversione del patrimonio immobiliare di tutti gli enti ecclesiastici. Tali conseguenze videro l’allontanamento dei religiosi e l’arrivo degli uffici comunali. Di notevole importanza in questa chiesa il Crocifisso ottocentesco che vede Cristo inchiodato sulla croce con il capo reclinato sulla spalla destra e i fianchi cinti da un drappo bianco.

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